L’euritmia per la scena

Perché l’euritmia artistica

L’euritmia è un’arte che esprime la parola (e la musica) sul palco mediante il movimento, manifestando una natura fortemente teatrale. Questa disciplina lavora sulle forze vitali, che abbiamo in comune con gli animali e con il mondo vegetale, un’energia invisibile che non si può cogliere con gli occhi, ma solo percepire. Il corpo a sua volta non finisce con la pelle: avvicinandoci troppo a un’altra persona oltrepassiamo una sorta di barriera ed entriamo nella sua sfera. Ecco perché in euritmia non è necessario il contatto fisico: se ne stabilisce uno di tipo diverso, collocato su un piano più elevato. Tutto questo è fondamentale in un contesto teatrale.

L’obiettivo dell’euritmia è allargarsi con tutta la persona nelle quattro direzioni del movimento, come un attore d’esperienza riesce a fare quando, solamente muovendo un mignolo, riesce a raggiungere il fondo della platea. Questo gli è possibile perché sa espandersi nello spazio, mentre chi è alle prime armi magari gesticola senza sosta senza trasmettere nulla agli spettatori. Questa è una consapevolezza che solo l’euritmia porta, e in questo senso credo rappresenti un grandissimo aiuto per gli attori, in primo luogo per conquistare la percezione dello spazio da un altro punto di vista, cioè nella logica centro/periferia; in secondo luogo, nel creare nel gruppo delle forme geometriche mute, in cui ciascuno deve trovare autonomamente il punto di inizio e quello conclusivo.

Applicazione

Anche se la pratica euritmica sembra essere ad un primo sguardo simile alla danza, si tratta di forme espressive in realtà molto diverse tra loro. Ecco alcune differenze fondamentali:

  • Centro del movimento – nell’euritmia l’origine di ogni movimento si colloca nel il plesso solare, da cui viene indirizzato prima nelle quattro direzioni e, successivamente, verso l’interno e l’esterno del corpo. La danza e il balletto hanno invece un’impostazione prettamente fisica e fanno partire i movimenti dal bacino e dai fianchi.
  • Conseguenze sul fisico – gli artisti che praticano l’euritmia acquisiscono con il passare del tempo espressività e potenza scenica senza ripercussioni fisiche negative. Al contrario, la danza e il balletto obbligano chi li pratica a un’iperformazione del corpo, che alla lunga si rivela dannosa e porta a un progressivo logoramento.

Centrale è il lavoro su vocali e consonanti, uno dei punti fondamentali su cui ruota la pratica euritmica. Nella pratica teatrale, di fronte a un testo che presenta in prevalenza un tipo di vocale (o di consonante), un attore che ha conosciuto l’euritmia può trovare più facilmente un’affinità con le qualità di quella specifica lettera. L’euritmia lo può aiutare sia nell’analisi del testo che nella recitazione stessa, rendendo più consapevole l’agire scenico in base al testo che l’attore si trova davanti. Può insomma fornire una chiave di lettura in più. Per dirla in estrema sintesi, un attore, attraverso l’euritmia, entra nella plasticità della parola: è quest’ultima che crea poi l’immagine.

Euritmia Artistica

foto: Luca Manfrini

Possa la mia anima rifiorire innamorata per tutta l’esistenza.

R.Steiner

Partecipazione artistica

Play Plauto

stagione di prosa 2017/18

Esercizi di lavoro per e con gli allievi del Teatro Laboratorio della Toscana: Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Nicasio Catanese, Valentina Elia, Fonte Fantasia, Alessio Genchi, Ivan Graziano, Alessandro Marini, Luca Tanganelli, Andrea Volpetti

A cura di: Sandro Lombardi e Federico Tiezzi

Lavoro sull’attore: Roberto Latini, Sandro Lombardi, Federico Tiezzi

Preparazione vocale: Francesca Della Monica, Ernani Maletta

Studio sulla ritmica: Monica Demuru

Euritmia: Heike Cantori Wallbaum

Drammaturgia dello spazio: Giovanni Scandella

Teatro Laboratorio della Toscana/Compagnia Lombardi-Tiezzi in collaborazione con Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale e con il sostegno di Regione Toscana

Play Plauto

Pistoia continua ad accogliere, presso l’Associazione Teatrale Pistoiese, il Teatro Laboratorio della Toscana, corso biennale di alta formazione per attori ideato e diretto da Federico Tiezzi, in collaborazione con la Compagnia Lombardi – Tiezzi e sostenuto dalla Regione Toscana. La sessione di quest’anno, conclusiva del biennio 2016-2017, è stata incentrata sul tema “Le lingue segrete del teatro”. Marcel Proust sostiene che i bei libri sono scritti come in una lingua straniera cosicché, secondo lo scrittore francese, ogni lettore, sotto ogni parola, può mettere il proprio senso o almeno la propria immagine, che spesso è un ‘contro senso’. Anche per l’attore ogni testo è come se fosse scritto in una lingua straniera e il suo compito è tradurre da questa lingua nella propria. Uno degli esercizi più utili per acquisire questo habitus mentale, indispensabile all’attore, consiste nel lavorare su vere e proprie lingue altre, che siano straniere in senso stretto (come il latino di Plauto) oppure arcaiche o dialettali, come la poesia di Dante, la prosa sulfurea di Giovanni Boccaccio o di Carlo Emilio Gadda, il patois di Giovanni Testori.

Il nucleo pedagogico della sessione di Laboratorio è stato dunque un lavoro sulla drammaturgia di Plauto, celebre commediografo comico latino (Sarsina 250 c.ca – Roma 184 c.ca a.C), condotto da Federico Tiezzi e Roberto Latini. Contestualmente, Sandro Lombardi ha allenato gli allievi sulla lingua elaborata da Giovanni Testori, uno dei massimi drammaturghi italiani della seconda metà del ‘900 (Novate Milanese 1923 – Milano 1993), approfondendo Cleopatràs.

Ma anche il lavoro sul corpo condotto da Heike Cantori sulla base della danza euritmica ideata da Rudolf Steiner è, a suo modo, una ‘lingua del teatro’.

Nel saggio conclusivo che verrà presentato al pubblico si intrecciano in particolare il latino di Plauto, mettendo in scena i personaggi dell’Amphitryon (Alcmena, Anfitrione e Sosia) la lingua corporea dell’euritmia e alcuni frammenti della Cleopatràs, primo dei Tre Lai di Giovanni Testori, in cui lo scrittore di Novate trasferisce il personaggio shakespeariano dall’Egitto storico alla sua amata Lombardia, con sorprendenti effetti comici.

Verso Faust

stagione di prosa 2018/19

Esercizi di lavoro per e con gli allievi del Teatro Laboratorio della Toscana: Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Nicasio Catanese, Valentina Elia, Nicolas Errico, Fonte Fantasia, Francesca Gabucci, Alessio Genchi, Ivan Graziano, Luca Tanganelli

A cura di: Roberto Latini, Sandro Lombardi, Federico Tiezzi
Voce: Francesca Della Monica, Monica Demuru

Euritmia: Heike Cantori

Drammaturgia musicale: Francesco Torrigiani

Teatro Laboratorio della Toscana/Compagnia Lombardi-Tiezzi in collaborazione con Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale e con il sostegno di Regione Toscana

Verso Faust

Pistoia continua ad accogliere, presso l’Associazione Teatrale Pistoiese, il Teatro Laboratorio della Toscana, corso biennale di alta formazione per attori ideato e diretto da Federico Tiezzi, in collaborazione con la Compagnia Lombardi – Tiezzi e sostenuto dalla Regione Toscana. All’interno del percorso di sperimentazione sulle “lingue segrete del teatro”, il Teatro Laboratorio della Toscana presenta, a conclusione della sessione 2018, Verso Faust, esercizi di lavoro per e con gli allievi del Teatro Laboratorio della Toscana, a cura di Sandro Lombardi e Federico Tiezzi, in scena dal 12 al 14 ottobre (feriali ore 21, festivo ore 16) al Piccolo Teatro Mauro Bolognini per la sezione “Altri Linguaggi”. Sul palco, gli allievi Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Nicasio Catanese, Valentina Elia, Fonte Fantasia, Alessio Genchi, Ivan Graziano, Alessandro Marini, Luca Tanganelli, Andrea Volpetti.

Marcel Proust sostiene che i bei libri sono scritti come in una lingua straniera cosicché ogni lettore, sotto ogni parola, può mettere il proprio senso o almeno la propria immagine. Anche per l’attore ogni testo è come se fosse scritto in una lingua straniera e il suo compito è tradurre da questa lingua nella propria. Uno degli esercizi più utili per acquisire questo habitus mentale, indispensabile all’attore, consiste nel lavorare su vere e proprie lingue altre, che siano straniere in senso stretto (come il latino di Plauto) oppure arcaiche o dialettali, come, in questo caso, l’alta lirica drammatica di Goethe e il patois di Giovanni Testori.

Si tratta di ‘materiali’ preparatori per lo spettacolo Scene da Faust, che con gli allievi di questo laboratorio Tiezzi allestirà nel 2019 a Prato. Approfondendo al contempo recitazione, canto, euritmia, rapporto dell’attore con lo spazio e la musica, in questo lavoro accanto ad alcuni frammenti del capolavoro goethiano, gli attori sono stati guidati ad affrontare la furente inventività linguistica di Giovanni Testori, da un lato proseguendo il lavoro iniziato nel 2017 sui Tre lai e quindi passando da Cleopatràs ad Erodiàs, dall’altro mettendo in scena alcuni frammenti di una sua personalissima riscrittura del mito faustiano: Sfaust, punto di tensione estrema della parola e dell’espressione.

Il lavoro sull’attore è stato condotto da Roberto Latini, Sandro Lombardi, Federico Tiezzi, la preparazione vocale da Francesca Della Monica, Ernani Maletta, lo studio sulla ritmica da Monica Demuru, l’euritmia da Heike Cantori Wallbaum e la drammaturgia dello spazio da Giovanni Scandella.

La palla di cristallo

stagione di prosa 2019/20

Fiaba dei Fratelli Grimm Durata: ca. 40 min. variabile
Età di riferimento: indicato per i bambini della scuola primaria, in forma ade- guata anche per adulti
Trama: Un ragazzo, figlio di una maga, con l’aiuto dei suoi due fratelli, trasfor- mati l’uno in aquila e l’altro in balena, riesce a vincere il mago del castello del sole d’oro che teneva prigioniera la bella principessa.

Regia: Alvaro Castro

Disponibile da novembre 2019

Io, siamo Noi.

stagione di prosa 2019/20

Tratto dal romanzo di Italo Calvino “Il visconte dimezzato” intervallato da brani musicali di compositori vari.
Durata: ca. 1 h variabile
Età di riferimento: indicato per un pubblico adulto, compresi ragazzi di scuole
medie e superiori
Trama: Medardo di Terralba, colpito al petto da una cannonata turca, torna a casa diviso in due metà, una cattiva, malvagia e prepotente, l’altra gentile, al- truista, buona o meglio “buonista”. Una bizzarra rappresentazione umoristica e realistica di ciò che è intrinseco nella natura umana.

Regia: Mattia Pircali

Disponibile da febbraio 2020

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Teatro Laboratorio della Toscana diretto da Federico Tiezzi (foto Gabriele Acerboni).